Cura, crescita e libertà: dietro le quinte dell’infermeria

Il nostro CRAS — Centro di Recupero per Animali Selvatici, il Parco Faunistico Piano dell’Abatino, ospita al suo interno un reparto fondamentale: l’infermeria. Questa area dedicata rappresenta il fulcro delle cure intensive per gli animali selvatici in difficoltà e per noi volontari, è davvero uno dei luoghi di maggiore insegnamento. Appena entriamo, anche se non siamo operatori sanitari professionisti, capiamo che ogni gesto conta: preparare le pappe, imboccare i pulli, medicare i piccoli feriti o pesare ogni esemplare con cura.

Non è solo un ambiente di lavoro: è una scuola pratica in cui impariamo osservando e agendo.

Qui vengono accolti piccoli uccelli appena nati, giovani orfani o adulti feriti; tutti animali che richiedono attenzioni particolari. L’infermeria è dotata di gabbie o box riscaldati e nicchie termiche, fondamentali per i cuccioli privi di piume o pelliccia, poiché è essenziale mantenere un ambiente tranquillo e confortevole per velocizzare la guarigione e il recupero. Nell’infermeria l’ambiente è organizzato in modo da garantire la massima cura e tranquillità: gabbie e voliere di dimensioni ridotte e confinate, illuminazione soffusa e posatoi adeguati riducono lo stress e facilitano il lavoro di noi operatori volontari, guidati e sorvegliati dall’occhio esperto di Antonio De Marco.

In quest’area del parco, si concentrano i casi più delicati: gli animali in terapia medica, come esemplari investiti o debilitati, ma soprattutto i pulli, cioè i piccoli uccelli appena nati, che necessitano di alimentazione artificiale. I pulli vengono tenuti in infermeria perché non hanno ancora sviluppato la capacità di cercare il cibo da soli e devono essere imboccati con strumenti appositi (siringhe senza ago, pipette, cucchiaini). Allo stesso modo, anche altri giovani orfani di specie selvatiche, come piccoli scoiattoli, ricci o cuccioli di volpe, trovano qui assistenza. Per noi è un luogo davvero speciale, perché essere circondati e prendersi cura di così tanti piccoli animali, ma soprattutto avere l’onore di vederli crescere e migliorare, ci riempie il cuore di gioia. Il nostro obiettivo, infatti, è fornire nutrimento e cure specifiche, fino a quando non saranno abbastanza forti da affrontare i passi successivi del recupero.

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Ogni giorno nell’infermeria si susseguono numerose attività cruciali per il benessere dei nostri piccoli ospiti selvatici. Tra le attività principali si possono elencare:

Alimentazione frequente: tra tutte le attività che svolgiamo in infermeria, dar da mangiare ai piccoli è sicuramente una delle più belle. È un momento che ci coinvolge completamente, che richiede pazienza, precisione e un tocco delicato. Ogni specie ha il suo modo di chiedere cibo, e con il tempo abbiamo imparato a riconoscerlo: alcuni aprono il becco impazienti, altri si muovono appena, ma tutti comunicano a modo loro.

Stiamo imparando a nutrirli nel modo giusto, a regolare i tempi e i gesti, e a capire quando sono sazi. All’inizio ci sembrava complicato, ma oggi è uno dei momenti in cui ci sentiamo più utili e connessi con gli animali. I cuccioli (pulli o piccoli di mammiferi) vengono nutriti anche più volte al giorno con diete studiate in base alla specie. Gestiamo ogni poppata con cura, cercando di ricreare l’alimentazione che riceverebbero dai genitori. Dopo ogni poppata, effettuiamo una stimolazione uro-fecale ai piccoli mammiferi, per favorire appunto l’eliminazione di feci e urina.

Cure mediche e bendaggi: le cure mediche fanno parte del nostro lavoro quotidiano in infermeria, e sono un aspetto che ci coinvolge molto. Le ferite e i traumi vengono trattati il prima possibile, e spesso siamo noi volontari a occuparci delle prime medicazioni: puliamo le lesioni, applichiamo disinfettanti, somministriamo antibiotici o antidolorifici secondo le indicazioni ricevute. Per i bendaggi, invece, soprattutto quando si tratta di fasciature delicate a zampe o ali, ci affidiamo ad Antonio e ai keeper più esperti. Osservarli all’opera è sempre affascinante: ogni gesto è preciso, pensato, e si vede quanta esperienza ci sia dietro. Per noi è un’occasione continua di apprendimento, e cerchiamo di assorbire il più possibile, anche solo guardando. Vivere questi momenti da vicino ci fa capire quanto ogni cura, anche la più piccola, possa fare la differenza nel percorso di guarigione di un animale.

Monitoraggio del peso e registrazione dei dati: è uno dei compiti a cui dedichiamo più attenzione in infermeria. Li pesiamo ogni giorno, di solito prima e dopo i pasti, per capire quanto mangiano davvero e se stanno crescendo nel modo giusto. La bilancia è uno strumento che ormai fa parte della nostra routine, e ogni grammo in più o in meno ci dice qualcosa sul loro stato di salute. Teniamo traccia di tutto su una lavagna ben visibile, dove annotiamo i pesi giorno per giorno. In questo modo possiamo seguire con chiarezza l’andamento di ogni animale e accorgerci subito se qualcosa non va. È un lavoro meticoloso, ma importantissimo, e ci fa sentire parte attiva nel percorso di recupero di ciascun ospite dell’infermeria.

Questo insieme di attività intensive è fondamentale per restituire agli animali la capacità di sopravvivere in natura.

Quando un animale comincia a stare meglio, valutiamo, insieme ad Antonio, il trasferimento in una voliera più grande. È una tappa importante: significa che l’esemplare non ha più bisogno di cure ravvicinate, che può iniziare a muoversi di più, a riabituarsi alla luce naturale, agli spazi ampi, ad un minimo di autonomia. Le voliere esterne sono pensate proprio per questo: un passaggio intermedio verso il rilascio. Qui gli animali imparano di nuovo a volare, a cacciare o a riconoscere il cibo e a gestire il proprio spazio.

Vederli passare dall’infermeria alla voliera è per noi una soddisfazione ed un’emozione incredibile. Non è ancora la fine del percorso, ma è un segnale concreto che stiamo andando nella direzione giusta. Ogni tanto qualcuno torna indietro: un problema che si ripresenta, un peggioramento. Succede anche questo, ma fa parte del processo.

La giornata si chiude come è iniziata: con un giro di controllo, qualche ultima somministrazione, le ultime annotazioni. Le luci si abbassano, il rumore cala, ma sappiamo già che domani ricomincerà tutto da capo. L’infermeria non è un luogo dove si resta a lungo, né per noi né per gli animali. È un posto dove si fa il necessario perché ognuno possa, quando sarà il momento, tornare al proprio spazio nel mondo naturale. L’obiettivo finale di tutto il percorso di infermeria e riabilitazione è proprio questo: restituire alla natura esemplari in buona salute e pronti a reinserirsi nel loro ambiente, contribuendo al mantenimento della biodiversità.

Michela  Tassi, volontaria SCU

Parco Faunistico Piano dell’Abatino

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