Aquile reali, Salamandrine dagli occhiali e Corvi imperiali

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l Parco dei Monti Lucretili ospita da molti anni una coppia di aquile reali, poiché la morfologia del territorio e la quantità di selvaggina presente consente lo stanziamento di soli due esemplari.

Essendo animali tendenzialmente stanziali e molto territoriali, questi rapaci sono soliti occupare ogni anno, durante il periodo riproduttivo, il medesimo areale nel quale possono avere la possibilità di costruire più di un nido; nel nostro caso questo si trova su di una parete rocciosa verticale del monte Pellecchia, a non molta distanza da quello del falco pellegrino, sito sulla medesima montagna ma su un altro versante. Alla luce di ciò è stato creato il sentiero 306B, nominato per l’appunto “sentiero dell’aquila”, che termina in una radura su cui sorge un capanno di osservazione.

È proprio qui che io ed Alessandro ci siamo recati il 12 febbraio, accompagnati dalla nostra olp e dal personale guardiaparco, per iniziare il periodo di monitoraggio dell’aquila di quest’anno.

Prima di arrivare lungo il sentiero ci siamo imbattuti però in una sorgente in cui abbiamo notato la presenza di uova ancorate a dei ramoscelli immersi deposte dalla Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata), così chiamata per la presenza di una macchia chiara sul apo che collega gli occhi. Questi piccoli anfibi, di colore scuro sul dorso e con ventre bianco maculato scuro e zampe e coda rosse, vivono nei dintorni degli acquitrini ben ossigenati e puliti, si riproducono a partire dal periodo primaverile e sono considerati specie protetta, per cui è vietato manipolarli.

Arrivati dunque alla nostra meta ci siamo subito attrezzati con binocoli e cannocchiale per iniziare a scrutare il cielo. Dapprima abbiamo individuato il nido di rami e piccoli tronchi, fortunatamente ancora al suo posto e, dopo poco, un’aquila ha fatto mostra di sé esattamente alle nostre spalle.

Abbiamo subito potuto apprezzare i tipici voli acrobatici a festone che l’aquila è solita compiere in questo periodo, spesso in presenza del partner, avvistato effettivamente poco dopo. Per il resto del periodo di osservazione abbiamo potuto ammirare, con molta fortuna, ulteriori comportamenti tipici di questi rapaci, come i caratteristici voli in cerchio che compiono sulle radure sommitali alla ricerca di prede o che eseguono, sfruttando le correnti ascensionali, per prendere quota e spostarsi per grandi distanze. Le abbiamo viste anche recarsi diverse volte al nido, per prepararlo ad accogliere la cova.

Alla fine della giornata siamo riusciti ad avvistare anche una coppia di Corvi imperiali (Corvus corax), che sono tra gli uccelli che più imitano il comportamento dei rapaci. Infatti stavano anche loro compiendo una serie di voli territoriali. Questi animali però minano occasionalmente la tranquillità dei rapaci poiché non si fanno scrupoli a tentare di predarne uova o nidiate.

Testo e immagine a cura di Federico Spiridigliozzi

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