Kiara & Gianni

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irca cinque anni fa, al Parco faunistico Piano dell’Abatino, arrivò una coppia di barbagianni adulti. I due non potevano più volare, per questo divennero ospiti permanenti. Periodicamente deponevano le loro uova, spesso si schiudevano, ma i piccoli non superavano mai pochi giorni di vita. A luglio del 2021 deposero nuovamente tre uova, il 28 agosto due di queste si schiusero, e nel nido trovammo due piccoli pulli. Questa volta noi volontari, insieme al nostro Olp e direttore del parco Antonio De Marco, decidemmo di affrontare una nuova sfida, allevare a mano i due piccoli, Kiara e Gianni.

Grazie all’aiuto di Marta, una volontaria spagnola del servizio europeo, ci siamo potuti consultare con degli esperti, insieme ai quali abbiamo stilato un dettagliato programma di crescita. Occuparsi dei pulli appena nati non sarebbe stata un’impresa facile. Avrebbero richiesto molta cura e impegno da parte nostra. Saremmo diventati i loro genitori. Importante responsabilità, in questo delicato processo, sarebbe stata evitare l’imprinting, di conseguenza, un eccessivo contatto fisico e visivo con i due piccoli. Ci siamo impegnati con entusiasmo.

La loro prima nuova casa è stata un’incubatrice con temperatura e umidità controllata. Inizialmente, richiedevano una temperatura di 37 °C, per poi scendere gradualmente, a mano a mano che i giorni passavano e loro pian piano crescevano, ad una temperatura di 30 °C.
Per le prime due settimane, quando il loro apparato digerente non era ancora perfettamente sviluppato, li abbiamo alimentati ogni due ore circa con sole interiora (essenzialmente fegato e polmone) e un’integrazione di Calcio.
Dalla terza settimana abbiamo completato la loro alimentazione aggiungendo anche muscolo, cartilagini, ossa e piume, tutto accuratamente sminuzzato, e cominciato a dilatare i tempi di somministrazione.
Un’accortezza necessaria dopo questa aggiunta era assicurarci che espellessero le borre (rigurgito costituito da cibo non digerito), segno di un corretto funzionamento gastrointestinale.
Per stimolarli ad alimentarsi autonomamente, abbiamo piano piano cominciato a lasciare a loro disposizione del cibo durante la giornata.
All’interno dell’incubatrice abbiamo inoltre inserito uno zerbino e altri sostegni che permettessero loro di allenare una salda presa e conseguentemente una corretta postura eretta.
Una volta sviluppato un piumaggio da giovani adulti, abbiamo costruito loro un apposito nido e li abbiamo spostati in una voliera della nostra serra, permettendo così di abituarsi gradualmente ad una temperatura non controllata. 
Insieme al nido è stata costruita una struttura mobile su cui veniva posato il cibo. Questa è stata posizionata inizialmente all’ingresso del nido, per poi allontanarla ed abbassarla progressivamente sollecitandoli a volare.

Poiché sono animali notturni, la loro attività veniva monitorata grazie all’utilizzo di fototrappole a visione notturna.

L’ultima casa prima della liberazione è stata una grande voliera all’aperto dove potessimo definitivamente monitorare le loro abilità di volo e caccia. Per abituarli a quelle che, di lì a poco, sarebbero state le loro prede naturali, oltre a piccoli polli, abbiamo fornito loro anche dei topi.

I nostri piccoli, che poi piccoli non erano più, erano finalmente pronti per la loro vita al di fuori del parco. Al tramonto di una serena giornata di marzo, dopo un accurato controllo della funzionalità di ali, occhi e zampe, abbiamo rilasciato Kiara e Gianni che hanno prontamente spiccato il volo scomparendo tra le calde sfumature crepuscolari.

Dopo averli cresciuti con estrema premura è stato per noi un momento emozionante e allo stesso tempo malinconico, non avevano più bisogno di noi.

Questo, oltre ad essere un ottimo esempio di crescita professionale per noi volontari, è anche dimostrazione del contributo che animali in cattività possono offrire alla conservazione delle specie in natura.

Virginia Barca e Lorenzo Seri Operatori Volontari presso Il Giardino faunistico “Parco dell’Abatino”

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