Il ventisette di Luglio noi volontari del servizio civile del Parco dei Castelli Romani abbiamo svolto la prima giornata di formazione specifica assieme ai guardiaparco, presso il lago di Castel Gandolfo. Abbiamo quindi avuto occasione di fare un giro sul battello del parco, guidato dal comandante Federico.
L’idea è nata da una perlustrazione svoltasi poco tempo fa dal team Goletta dei Laghi di Legambiente, il quale si occupa di monitorare la salute dei laghi italiani e incoraggiare a comportamenti e modelli più sostenibili ai fini di preservarne la biodiversità. Tali esami consistono in un prelievo d’acqua che successivamente viene analizzata, così da verificarne lo stato di inquinamento. I risultati si sono dimostrati abbastanza buoni, soprattutto tenendo in considerazione le altre realtà laziali.
Durante il giro i guardiaparco ci hanno illustrato la storia del lago Albano ripercorrendo le varie fasi vulcaniche, terminate con una fase idromagmatica che ha dato vita a numerosi bacini di cui oggi solo due contenenti acqua – il nostro lago Albano, la cui profondità arriva a toccare i 170 mt, e il lago di Nemi, molto meno profondo. Le criticità del luogo riguardano soprattutto l’abbassamento del livello dell’acqua a causa della siccità; infatti, all’inizio della spiaggia da dove ci si imbarca, è presente un vecchio ormeggio a indicare la drastica perdita idrica che si è verificata dagli anni sessanta ad oggi. Questo, assieme alla particolare biodiversità del lago, ha necessitato dell’istituzione della ZSC, ovvero di una Zona Speciale di Conservazione. La vegetazione, infatti, è rimasta quella autoctona a causa della difficoltà per l’uomo di modificare le pendici del lago a scopi agricoli o pastorali. Tuttavia in molte zone ci fu una massiccia introduzione di castagno per ricavarne legname, essendo una specie a crescita veloce. In origine la specie prevalente era il faggio, come indicano molti toponimi della zona (ad esempio ‘Maschio delle Faete’).
Per quanto riguarda la fauna è stato osservato che alcune specie, come i cormorani, hanno modificato le proprie abitudini: tendono ad arrivare e ripartire in anticipo rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa dell’innalzamento delle temperature.
Un’emergenza faunistica è rappresentata dalla Trachemys Elegans, conosciuta come Tartaruga dalle orecchie rosse. Si tratta di una specie aliena, di origine tropicale, e molto dannosa per l’ecosistema del luogo dal momento che è carnivora e infligge danni enormi agli altri animali. Per ovviare a questo problema si stanno progettando delle stazioni, una sorta di “pensioni”, nelle quali tenere gli esemplari di questa specie onde evitare ulteriori problemi ed eradicarla.
Non è mancata la parte di sicurezza nautica, molto importante per evitare incidenti. Il comandante ci ha illustrato alcune delle regole basilari da osservare sia durante la navigazione, sia durante la balneazione.
Questa giornata è stata essenziale per noi per conoscere meglio il territorio del parco e comprenderne la ricchezza ma anche la fragilità, motivi per i quali la sostenibilità si riconferma un tema cruciale.
Articolo di: Laura Cillerai e Francesco Menichelli
Foto di: Vittorio Di Cecio
Parco regionale dei Castelli Romani (sede Albano – Torretta)