Un giorno di autunno nel Parco

È il 27 ottobre 2022 e nel Parco Naturale dei Monti Lucretili il clima e le temperature somigliano ancora a quelle della tarda estate. Tuttavia, durante il primo tragitto del nostro percorso, all’interno di un ampio prato cosparso di cespugli di ginepro (Juniperus communis), rosa selvatica (Rosa canina) e biancospino (Crataegus monogyna), avvistiamo numerosi visitatori autunnali, come i codirossi spazzacamino (Phoenicurus phoenicurus), le pispole (Anthus pratensis) ed i tordi bottaccio (Turdus philomelos).

In lontananza, nel bosco, si sente il canto caratteristico di altri piccoli uccelli svernanti, i lucherini (Spinus spinus); ci addentriamo ed un tappeto di foglie dalle sfumature che variano dal giallo intenso al rosso opaco cosparge il nostro sentiero, nonostante molte piante arboree ne abbiano mantenuto ancora di verdi. Cogliamo l’occasione per osservarne da vicino la forma e le caratteristiche delle specie a cui appartengono. Riconosciamo 2 specie di acero:

– l’acero montano (Acer pseudoplatanus), dalle foglie grandi, con 5 lobi appuntiti e con margine seghettato, dotate di pagina inferiore pubescente (ovvero coperta da una sottile peluria che al tatto risulta morbida, simile al velluto)

– l’acero minore (Acer monsplessanum), con foglie piccole, divise in 3 lobi di eguali dimensioni (simili a “una zampa di gallina” o che, sempre con molta fantasia, ricordano la silhouette di una barchetta di carta), con margine liscio ed un lungo peduncolo

 

 

A sinistra, una foglia di acero montano, riconoscibile per la lamina ampia, divisa in 5 lobi, di cui 3 più evidenti al centro. La foglia è piccola ma è possibile notare il margine lievemente seghettato.

 

A destra, una foglia di acero minore. Notare i 3 lobi appuntiti e delle stesse dimensioni, che coprono un arco di quasi 180°. Anche il lungo peduncolo della foglia è caratteristico della specie.

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A terra troviamo molteplici ghiande, di circa 2-3 cm e con una cupola formata da caratteristiche squame allungate e sottili: sono i frutti del cerro (Quercus cerris).

Proseguendo il percorso, arriviamo al fiume: l’acqua scorre tranquilla tra le rocce, tinta dai colori caldi delle foglie che galleggiano sulla superficie. Qui, nel sottobosco umido, sono ancora attive le rane appenniniche (Rana italica, nella foto a sinistra). Piccole, lunghe 2-3 cm, saltano scattanti sulla sponda del corso d’acqua e tra il fogliame con cui condividono le calde tinte autunnali. Incredibile è la varietà di colorazione degli individui, che sembrano quasi appartenere a specie diverse: dal rossiccio al bruno chiaro, dal grigio al color fango, da un marrone scuro ad una tonalità quasi rosata. Ma le caratteristiche per riconoscerle sono sempre le stesse: ventre e gola macchiettate di grigio scuro, con una linea chiara evidente al centro di quest’ultima, striature sulle zampe posteriori e spesso una macchia a V rovesciata sul dorso.

La tappa finale è una piccola pozza cosparsa di lenticchie d’acqua (Lemna minor) che costeggia il fiume: qui le ultime rane verdi (Pelophylax sp., nella foto a destra) della stagione riproduttiva trovano un habitat favorevole mentre sono al termine del loro sviluppo. Piccole, con ancora la coda, stanno metamorfosando. Presto la perderanno e diventeranno individui adulti a tutti gli effetti.

Un merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) prende velocemente il volo dalle rocce di una cascatella e guizza verso la vegetazione ripariale; nel suo frullare d’ali porta via con sé una giornata ricca di osservazioni.

 

Testo a cura di Giulia Passacantilli

Foto di: Simone Cardone, Giulia Passacantilli

Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili – Servizio Civile Universale – Sede di Vicovaro

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