Ormai è tempo di ufficializzarlo: il Cammino della Transumanza ha una nuova variante! Il sostegno della comunità di Guadagnolo e i suoi racconti, non potevano non portarci su nuovi sentieri. I Monti Prenestini vivevano e vivono tuttora di allevamento, i suoi abitanti discendono da pastori e agricoltori che si alternavano tra valli e vette, mentre molte case sono state ricavate da vecchi fienili.
   Con il passare degli anni il richiamo di nuove prospettive lavorative ha delocalizzato gli abitanti dei Prenestini, e di Guadagnolo in particolare, tra Tivoli e Roma. Ma le Radici non possono essere estirpate così facilmente. Lia Paolacci, amica e vero scrigno di racconti, vive a Tivoli ma si impegna ogni giorno per promuovere nuove iniziative nel suo paese natio. É proprio Lia che ci ha accolto durante la Sagra della Ricotta di giugno e a conclusione dell’escursione che ha unito il Museo di Capranica al cielo della Mentorella. Ed è sempre Lia che ci ha indicato le tappe della transumanza che univa Tivoli, Guadagnolo e i Castelli Romani.
   Il percorso della transumanza da Guadagnolo a Tivoli passava per il Monte Cerella, Monte Vincenzo, Valle San Giacomo, Pozzo della Neve, Monte Piccione, Colle Zappacenere, Monte Rotondo, Prata Cavallara, Spina Santa, Santa Maria Nuova e Valle Arcese. Mentre per andare verso il Parco Regionale dei Castelli Romani si passava attraverso il Passo dei Ladroni, che portava da Guadagnolo a Palestrina, da lì si raggiungeva Carchitti, si saliva ai Pratoni del Vivaro e a Grottaferrata, per arrivare infine ai pascoli del versante Ovest dei Castelli Romani.
Abbiamo quindi cominciato ad analizzare insieme i percorsi e le carte, confrontandoci con i sentieri già tracciati dal CAI e con alcuni tratti del CNP, il quale ricalca il tratturo che univa Guadagnolo, Capranica, Palestrina fino ai Castelli Romani. Dopotutto la Transumanza ha rappresentato la prima rete viaria tra comunità e territori anche molto lontani tra di loro: il lento pascolare delle mandrie, nel corso dei secoli, ha segnato in modo indelebile il paesaggio e ha lasciato il passo alle moderne infrastrutture stradali, così come a gran parte dei sentieri montani che oggi vengono percorsi dagli escursionisti. Il nostro Cammino della Transumanza doveva quindi sovrapporsi per un lungo tratto al CNP.
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