METTERSI IN GIOCO
Riuscire a parlare davanti ad un pubblico seguendo dei criteri narrativi era l’obiettivo che noi ragazzi del servizio civile dovevamo raggiungere in seguito al corso di formazione tenuto dall’archeologa Valeria Di Cola e svolto nell’ex Cartiera Latina dell’Appia Antica.
Insieme agli altri volontari dell’omonimo parco (Gianmaria, Martina Montenegro e Miguel) anche noi del progetto Raccontare i Parchi e i Borghi (Daniele, Jacopo, Aldo, Martina Caponi e Destiny) del Parco dei Monti Lucretili ci siamo cimentati in questa nuova esperienza che, nonostante ci risultasse del tutto estranea, ha mostrato il bisogno di un’importante dedizione nello studio delle informazioni richieste e nell’esibirsi davanti a determinate persone. A seguito delle prime tre lezioni, in cui il nostro tutor ci ha illustrato le basi per come tenere in piedi una degna visita guidata, siamo stati incaricati di tenerne una fittizia per applicare le conoscenze da poco assimilate e metterci in gioco.
La timidezza, l’ansia e la paura di poter non essere all’altezza erano sensazioni comuni quasi a tutti ma, grazie ad un discreto gioco di squadra e ad un ottimo percorso formativo suddiviso in quattro giornate, possiamo affermare di essercela cavata piuttosto bene.
Abbiamo impostato la guida accordandoci l’uno con l’altro: Daniele ha iniziato il giro con una simpatica scenetta accompagnata da una piccola performance teatrale da parte di Gianmaria, per poi parlare dei laboratori dell’ex Cartiera; Martina Montenegro ha illustrato la parte relativa allo stazzo insieme ad una recita di Miguel che si è finto un professore contadino; Martina Caponi ha descritto i macchinari dell’ex Cartiera mentre Miguel e Gianmaria, con un “salto nel tempo”, si sono immedesimati in degli operai; Jacopo ha raccontato la storia della Via dell’Appia Antica insieme ad Aldo che ha approfondito la parte geografica; per concludere, Destiny ha parlato dell’adiacente fiume Almone in relazione alla sua storia e alla sua mitologia con i due attori Miguel e Gianmaria che questa volta si sono calati nei panni di due antichi sacerdoti che sulle sponde del fiume, secondo la leggenda, fecero un rito di purificazione.
Questo percorso è stato utilissimo e ci aiuterà a superare, seppur di poco, quella timidezza che in fondo noi tutti abbiamo ed ha acceso in ognuno di noi un piccolo fuocherello che se, proprio come i fiori continua ad essere innaffiato, può tramutarsi in incendio.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che “nella vita di una persona ogni esperienza è come un puntino in un quadro impressionista”.
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