Raccontare l’APPIA: le visite guidate teatralizzate tra Storia e Umanità
I volontari del Progetto “Raccontare Parchi e Borghi” del Servizio Civile Universale, Rete Borghi e Aree Protette del Lazio, hanno ideato e condotto un ciclo di quattro eventi per vivere i luoghi del Parco dell’Appia Antica con approcci inediti.
Quattro appuntamenti diversi, che ci hanno fatto scoprire i tesori storici e naturalistici del nostro territorio attraverso il teatro, il suono e il gioco.
Gian Maria Labanchi ha curato la regia, i testi e l’interpretazione dei diversi personaggi, Miguel Milano i testi e l’interpretazione, Martina Montenegro i testi delle visite e i testi e la regia del “gioco di ruolo dal vivo”. Lorenzo Berton, Sara Carboni, Greta Farrace, Marco Valerio Marchetti e Carmen Sorrentino hanno offerto il loro supporto negli eventi.
Caterina Rossetti, archeologa del Parco Regionale dell’Appia antica, responsabile del progetto, ha svolto la consulenza scientifica./span>
“Se da un lato la realizzazione di questo progetto ha offerto qualcosa alla comunità, dall’altra è stata un’opportunità noi volontari, sotto molti aspetti. Approcciare la storia cercando di trovare un modo sempre più accattivante e originale di affrontarla mi ha fatto scoprire una passione per la stessa storia che credo sia stato il punto di forza di questo lavoro” spiega Gian Maria.
“Nell’approfondire gli argomenti che avremmo portato al pubblico, abbiamo cercato e trovato nella storia passata ciò che sentiamo ancora presente. Se la nostra identità oggi è il prodotto della storia, come giovani di questo preciso momento storico siamo inevitabilmente più sensibili a certi temi, come le differenze di genere, le disparità sociali, la ricerca della felicità e della realizzazione personale all’interno di una società che ci vede consumatori e produttori, quando vorremmo essere fruitori o artisti.” aggiunge Martina
Infatti, all’interno delle visite teatralizzate, che hanno avuto come obiettivo focale il passaggio di conoscenza storica ai partecipanti, hanno però trovato spazio suggestioni e riflessioni sull’uomo come lavoratore nella storia e nel presente, sulla donna e la sua voce spesso negata e altre ancora.
L’opportunità per i volontari è stata, quindi, quella di interiorizzare storie inedite, sperimentare in libertà nuove tecniche e pratiche artistiche, ma anche esprimersi su temi autentici e sentiti. Il contatto diretto con la cittadinanza, poi, ha restituito molto ai ragazzi che si sono spesi nell’attività.
Un contributo importante per la riuscita dell’iniziativa è venuto dal corso “Dialogando con il paesaggio. Metodi e tecniche per costruire un efficace racconto orale”, tenuto dalla dott.ssa Valeria Di Cola, a cui i volontari hanno avuto l’opportunità di partecipare nell’ambito della formazione specifica del Progetto.
Di seguito ripercorriamo le tappe del nostro fortunato percorso.
Domenica 20 marzo il Sepolcro di Priscilla si è animato grazie all’evento STRATIFICAZIONE. Le tracce lasciate dal tempo al Sepolcro di Priscilla.
Una visita teatralizzata al monumento al II miglio della via Appia antica, che, dal momento della sua costruzione nel I sec. d.C., è stato testimone attraverso i secoli di tante storie di uomini e donne che hanno lasciato il loro segno su questo luogo, arricchendolo in un complesso gioco di stratificazioni.
Tra racconti e interpretazioni, si è dato voce ai tanti personaggi che si sono susseguiti all’ombra del Sepolcro di Priscilla, consentendoci di riviverne le vicende, entrando in empatia con loro.
Il liberto Abascanto ci ha mostrato il suo inconsolabile dolore per la morte della sua amata moglie Priscilla, una guardia ci ha raccontato dei tanti pellegrini, viandanti e pastori che ha visto passare sull’Appia antica dall’alto della torre costruita nel Medioevo al di sopra della tomba, il medico condotto che nel XX secolo visitava i suoi pazienti in un casaletto addossato al monumento ci ha esposto la sua visione di sé come combattente contro la morte, attraverso la medicina.
Proprio il 27 marzo, giorno in cui in età romana il fiume Almone era protagonista della cerimonia della “Lavatio Matris Deum”, si è svolto il secondo appuntamento, la performance sonora Il SUONO DEL TEMPO nei suggestivi spazi della Cartiera Latina.
Il rumore assordante dei magli della valca per la follatura della lana, quello della macchina continua per la produzione della carta, le voci degli operai dello stabilimento, le parole della scrittrice Sibilla Aleramo e i racconti dei maestri dell’agro romano, sono stati protagonisti delle molteplici storie di questo luogo e degli uomini, che dall’età romana a quella contemporanea, alla Cartiera hanno vissuto e lavorato.
Domenica 3 aprile con ELOGIO DELL’OZIO. Dal Ninfeo di Egeria ai giorni nostri sul dolce far nulla, una passeggiata itinerante dall’Edicola del Cardinal Pole sulla via Appia antica ci ha guidato al Ninfeo di Egeria, attraverso i diversi luoghi e i tanti personaggi che hanno percorso la Valle della Caffarella, dall’antichità, al Rinascimento, all’età moderna:
Erode Attico e Annia Regilla, l’imperatore Massenzio, la famiglia Caffarelli e le sue greggi, l’imperatore Carlo V, fino ai frequentatori delle scampagnate “fuori porta”, al ritmo dello “Spasso della Caffarella” di Giovanni Briccio.
Di fronte al Ninfeo, tre personaggi ci hanno guidato nella riflessione, ironica e insieme profonda, su come si sia evoluto il concetto di “otium” dall’antichità fino all’ozio dei nostri giorni.
Il ciclo si è concluso domenica 10 aprile con il gioco di ruolo dal vivo ANNIA REGILLA ED ERODE ATTICO. Ipotesi di processo.
La matrona romana Annia Regilla muore a Maratona nel 160 d.C. Suo fratello Bradua accusa il marito, lo stimato e rispettato Erode Attico, d’averne causato la morte. I due si affrontano in tribunale, al cospetto dei senatori.
Presso il Cenotafio di Annia Regilla si è svolto un gioco di ruolo dal vivo che ha voluto ricreare il processo.
Oltre ad un gruppo di attori in costume che interpretava i diversi personaggi, alcuni dei partecipanti all’evento si sono messi in gioco, contribuendo con una testimonianza o collaborando al verdetto, mentre un gruppo di spettatori assisteva al processo nei panni dei senatori.
Un approccio emozionante e coinvolgente per conoscere luoghi e storie del Parco.
I volontari Martina Montenegro – che ha curato i testi e la regia – Gian Maria Labanchi e Miguel Milano sono stati in questo evento coadiuvati dagli operatori dell’Associazione Eryados, specializzata in gioco di ruolo dal vivo.
L’Associazione Gruppo Storico Romano ha messo a disposizione i suoi costumi.
Ringraziamo i tanti visitatori che con entusiasmo hanno partecipato con noi a questo primo esperimento: molti di loro, catturati da questa nuova modalità di visita guidata, ci hanno seguito in tutti e quattro gli appuntamenti.
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